COMPRO ORO O MONTE DI PIETA’? IN UN MOMENTO COME QUESTO E’ PIU’ CONVENIENTE VENDERE L’ORO OPPURE IMPEGNARLO?

COMPRO ORO O MONTE DI PIETA’? IN UN MOMENTO COME QUESTO E’ PIU’ CONVENIENTE VENDERE L’ORO OPPURE IMPEGNARLO?

27 Settembre 2021 Senza categoria 0

La mancanza di liquidità spesso ci porta a vendere o a impegnare oro, argento, diamanti, gioielli, orologi di lusso e oggetti preziosi di ogni tipo. Ma cosa è più conveniente in questo momento?

In periodi di difficoltà economica come questo che stiamo vivendo, molte persone sono state costrette ad attingere dai risparmi di una vita per superare il momento. Molte persone sono state costrette a soluzioni drastiche per superare il momento. Ad esempio c’è chi ha dovuto vendere o impegnare a malincuore i propri oggetti preziosi, magari frutto di qualche eredità o accumulati nel tempo.

Scegliere se vendere o impegnare tali oggetti può fare la differenza dal punto di vista finanziario e tale scelta deve essere valutata a fondo da chi ha la necessità di ottenere moneta contante per le spese comuni.

La differenza fondamentale tra compro oro e monte di pietà sta nel fatto che i compro oro acquistano i beni preziosi a titolo definitivo mentre il monte di pietà concede un prestito in cambio di un interesse chiedendo gli oggetti preziosi in garanzia e la stipula di una polizza assicurativa.

Dal punto di vista affettivo, molte persone preferirebbero non doversi separare definitivamente da oggetti che hanno un valore non solo economico. In questo caso, la prima valutazione da fare sarebbe relativa alla reale possibilità di rientrare in possesso dei beni che eventualmente si andranno ad impegnare.

La valutazione che si potrebbe ottenere da un compro oro specializzato, sarebbe sicuramente superiore a quella del monte di pietà, fermo restando che i compro oro acquistano a titolo definitivo i metalli preziosi.

La scelta alla fine è tra cuore e portafogli, e possiamo certamente dire che la scelta di cuore penalizza il portafogli. Gli oggetti infatti vengono valutati per un valore inferiore alla quotazione reale e inoltre vanno aggiunte le spese per gli interessi sull’importo erogato e il premio della polizza assicurativa.

I più saggi probabilmente farebbero una cernita tra quello che ha un reale valore affettivo e quello di cui ci si potrebbe privare e venderebbero quello che non ha un valore affettivo cercando di ricavare il massimo.

Probabilmente la cifra finale non sarebbe molto diversa da quella che si realizzerebbe impegnando tutti i beni preziosi con la differenza che gli oggetti ai quali teniamo davvero resterebbero nella nostra cassa forte e il nostro portafogli sarebbe comunque meno vuoto.